di Gabriella Galzio
Abstract
Per riallacciarci alle nostre radici ecologiste, proviamo a riscrivere il mito di Themis, la dea "Irremovibile" del diritto naturale su cui poggiava la giustizia; quanto a tutt'oggi la nostra civiltà apollinea si sia allontanata dalle leggi di natura e dalla terra con le conseguenze disastrose che conosciamo, scopriremo che ha origini antiche che risalgono ai primordi della patriarcalizzazione.
Lo sguardo alto sul divenire delle civiltà è stato coltivato a lungo dalla studiosa tedesca, filosofa teoretica, Heide Göttner-Abendroth che nella seconda metà del ‘900 ha fondato i Moderni Studi Matriarcali, portando alla luce intere civiltà, sepolte sotto la dicitura “Preistoria”, e restituendole a pieno titolo alla Storia, che dunque si amplia dei suoi tratti paleolitico e neolitico rimossi. Ora queste civiltà - matricentriche (nel paleolitico) e matriarcali (nel neolitico) – si sono rivelate radicalmente diverse rispetto alla successiva civiltà patriarcale, vuoi per l’assetto sociale matrilineare, vuoi per la loro economia di equa redistribuzione delle risorse; nonché sotto il profilo politico, essendo profondamente pacifiche ed esercitando una democrazia diretta, basata su processi di formazione del consenso dal basso. Va da sé che anche dal punto di vista culturale e religioso posseggono una visione totalmente altra, concependo la natura come organismo vivente e una sacralità tutta immanente costellata di dee e miti ispirati a tutt’altri paradigmi. Se dunque riscriviamo la storia, giocoforza riscriviamo il mito. E in questo la poesia ha una marcia in più: può rivisitare i miti o crearne di nuovi.
Per scendere nel vivo di un esempio concreto, prendiamo i tanti miti similari in cui la divinità femminile è rappresentata come serpente o drago; o dove quest’ultimo può essere associato alla dea come sposo o figlio; per lo meno fino a quando la divinità maschile della luce, portata dall’invasione indoeuropea, con il drago ctonio dell’oscurità non ingaggerà battaglia per ucciderlo o sottometterlo.L’uccisione del drago appare peraltro essere un topos mitologico che attraversa trasversalmente un po’ tutte le culture, compresa quella mesopotamica, che nell’epopea di Gilgamesh narra dell’uccisione di Tiamat, madre primordiale dell’Ishtar babilonese, ad opera di Marduk; e questo topos è con grande probabilità uno dei segnalatori di passaggio dal matriarcato al patriarcato. E nella Grecia indoeuropea abbiamo lo scontro tra Apollo e il drago Pitone che assegnerà l’ispirazione mantica ad Apollo; infatti, se seguiamo i versi del Coro dell’Ifigenia di Euripide, essi ci conducono alla dea oracolare Themis, e al suo spodestamento:
“Poi la madre [Leto] …/_..._/ portò il figlio [Apollo]
alla cima del Parnaso ricca di acque
che baccheggia con Dioniso,
là dove il drago color del vino dal dorso screziato
mostro immane, nato dalla terra,
dall’alloro che proietta la sua ombra, nel bosco,
custodiva l’oracolo sotterraneo.
E tu lo uccidesti, o Apollo,
/_..._/ e ti insediasti nell’oracolo sacro.
/_..._/ E quando Apollo arrivò e bandì dall’oracolo sacro
Themis, figlia di Gea,
la Terra plasmò visioni notturne di sogno
che /_..._/ rivelavano il passato e il futuro alle città degli umani.
E Gea, per vendicare Themis, sua figlia,r
ubò a Apollo la gloria dell’Oracolo.”
Euripide narra poi che Apollo riconquisterà il dominio sull’oracolo grazie all’intervento, peraltro ingannevole, di Zeus che “sottrasse ai mortali/ le verità rivelate nel cuore della notte”. L’impressione che si ricava da questi versi è quella di un’usurpazione tutt’altro che consensuale e pacifica, a cominciare dall’uccisione sacrilega del drago; e tanto più violenta in quanto fu sacrilega e combattuta strenuamente dalla resistenza della dea “Irremovibile” (depositaria dell’oracolo) e di sua madre. Quanto alla narrazione del mito corrisponda una realtà storica, non è dato saperlo, ma è plausibile ipotizzare che si assista qui a un passaggio di civiltà tutt’altro che lineare e privo di attrito. Altrettanto significativo è che Themis detronizzata, figlia di Gea, la terra, fosse dea “Irremovibile” del diritto naturale su cui poggiava la giustizia; e quanto a tutt’oggi la nostra civiltà apollinea si sia allontanata dalle leggi di natura e dalla terra con le conseguenze disastrose che conosciamo, ha dunque origini antiche che risalgono ai primordi della patriarcalizzazione. E allora proviamo a riscrivere il mito di Themis l’Irremovibile con il linguaggio della poesia, a ricreare la civiltà delle Madri per tornare a rispettare le leggi di natura e la pacifica convivenza tra gli umani
“Themis, l’Irremovibile” (di Gabriella Galzio)
A nulla servirà invocare Dio
per riportarci al “noi”, alla pace
se non risalirai alle Madri, alle radici
strappate dall’hybris di nomadi
questo dio combattente coazione a ripetere
è già nato esploso in mille frammenti
di là risucchiato nel gorgo insaziato
dell’oltre l’altrove del transumanato
ma qui è la sorgente ove sgorga ogni cosa
qui muore paziente e risorge entro il limite
non sferra l’attacco a leggi di natura
non altera equilibri saldi nelle ere
Themis l’Irremovibile
così in cielo così in terra
non conosce la guerra
non la contempla la lingua
ripara nella cura
previene ogni contesa
risorgono corali, le Madri, argine al branco
riassorbono il male sotterrano le armi
rientrano negli argini dei ritmi dell’aurora
accompagnano i morti a fetale sepoltura
salgono al cuore
non conoscono la paura
Bibliografia
Gabriella Galzio, Ritorno alla Dea, Agorà &Co, Sarzana-Lugano 2022Heide Göttner-Abendroth, Le società matrircali del passato e la nascita del patriarcato, Mimesis, Milano 2023
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Gabriella Galzio
Poeta, scrittrice, saggista è nata a Roma, il 31 ottobre 1956. Vive a Milano. Libri di POESIA: Fondali (1993), La buia preghiera (Campanotto,1996), Sofia che genera il mondo (I Quaderni del Battello ebbro, 2000), Apocalissi fredda (Agorà, 2001), Ishtar dagli occhi colmi (Moretti & Vitali, 2002), La discesa alle Madri (Arcipelago, 2011) e Breviario delle stagioni (Agorà, 2018). Libri di NARRATIVA: Romanzo di formazione Voglia di partire (Moretti & Vitali, 2021). Libri di SAGGISTICA: Ritorno alla Dea (Agorà, 2022). RIVISTA: Ha fondato e diretto “Fare anima. Semestrale di poesia, poetica e cultura”, ediz. Studio d’Autore.
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