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L’approccio della Riduzione del Danno

a cura di Tune Fun


Progetto Tune Fun FVG

Abstract

Per riduzione del danno si intende l’insieme di politiche, programmi e pratiche che mirano a minimizzare gli impatti negativi sulla salute, sociali e legali legati all’uso di sostanze legali e illegali.



Grazie alla trasmissione in diretta Social Ben-Essere Live abbiamo potuto parlare di un argomento che tutte e tutti conosciamo, perché ne sentiamo parlare alla radio o alla televisione, ma che solitamente viene letto sotto una lente moralista e non scientifica: le droghe. Abbiamo cercato di entrare a piccoli passi in questo grande contenitore con un approccio diverso, ovvero quello della Riduzione del Danno (RdD), poco conosciuto a livello mediatico ma che vede molte realtà sul territorio italiano applicarlo, regolamentato da leggi europee ed italiane.

Per Riduzione del Danno si riferisce a politiche, programmi e pratiche che mirano a minimizzare gli impatti negativi sulla salute, sociali e legali legati all’uso di sostanze legali e illegali ed è un Livello Essenziale di Assistenza, che deve essere garantito in tutta la penisola (Il DPCM del 12 gennaio 2017 pubblicato in G.U. Serie Generale, n. 65 del 18 marzo 2017).

In Italia sin dagli anni ’90 si realizzano importanti interventi di RdD: Unità di strada, Equipe nei contesti del divertimento, Drop-in e Strutture di accoglienza a bassa soglia, Servizi innovativi e Spazi di prossimità che offrono strumenti di tutela sociosanitaria, attività di ascolto e counseling orientati all’autotutela ed alla autoregolazione dei consumi, Programmi di accompagnamento a bassa soglia che vanno oltre i modelli rigidi socio-riabilitativi, Servizi di consulenza on line, pratiche di Drug checking, interventi di RdD/LdR (Limitazione dei Rischi n.d.r) rivolte alle persone con HIV, pratiche di supporto tra pari e di coinvolgimento attivo delle persone che usano sostanze.

L’approccio RdR pone l’attenzione sulla promozione delle capacità e delle competenze del consumatore, il quale è considerato come esperto, poiché possiede le competenze fondamentali per gestire la propria vita e si concentra quindi sull’attivazione di competenze e abilità di autoregolazione: questo ribalta l’approccio standard che vede la persona come succube della sostanza che invece torna ad essere protagonista.

Riprendendo un passo del libro “Dal cioccolato alla morfina. Tutto quello che dovete sapere sulle sostanze che alterano la mente” di Andrew WeilWinifred Rosen: “Le droghe di per sé non sono né buone né dannose, ma sono sostanze potenti di cui fare un uso buono o un uso cattivo. Ciò che ci interessa è il rapporto che si stabilisce con le droghe, legali o illegali che siano. Riteniamo che presentando delle informazioni neutrali su queste sostanze, possiamo aiutare la gente, a fare i conti con gli stupefacenti.”

Per fare un esempio più pratico pensiamo alla caffeina, che, agendo sul sistema nervoso centrale, può essere effettivamente considerata una sostanza che altera la mente. Chi ne fa uso abbondante, può infatti sperimentare il mal di testa una volta che l’assunzione viene sospesa: questi sono i sintomi dell’astinenza. Questo pone l’accento sull’uso della sostanza, più o meno consapevole, e sulla possibilità di perderne il controllo o di riacquisirlo.

Non basta solo conoscere la formula chimica e gli effetti di una determinata sostanza per avere una relazione funzionale o meno, dal momento che esistono anche altri fattori da prendere in considerazione, ovvero il sé (set),  legato ai fattori individuali e di personalità, e il contesto di vita (setting), ovvero l’ambiente in cui avviene il consumo (Droga, set e setting – Le basi del consumo controllato di sostanze psicoattive di Norman E. Zinberg).

Per capire meglio quale può essere l’influenza che può avere il contesto sull’uso di sostanze, abbiamo portato l’esperimento del Rat Park di Bruce K. Alexander, ricercatore della Simon Fraser University nella British Columbia in Canada.

Che cosa succederebbe se ad un gruppo di topi venisse messa a disposizione una quantità illimitata di morfina? 

Il ricercatore mise delle cavie a vivere in gabbie separate, isolate e prive di stimoli.  All’interno veniva inserito un dispensatore di morfina che rilasciava una dose ogni qualvolta il topo premesse la leva. In breve tempo questi svilupparono una dipendenza tale da dimenticarsi di bere e di mangiare.

Non soddisfatto però ha voluto approfondire un concetto che nello studio delle dipendenze era stato trascurato fino ad allora: l’importanza del contesto sociale, ed è proprio da qui che nasce uno dei più suggestivi esperimenti a fine degli anni 70: il Rat Park.

Per testare questa ipotesi, Bruce Alexander creò un ambiente più spazioso con abbondanza di cibo e la presenza di più animali di entrambi i sessi nella stessa gabbia, fornì alle sue cavie giochi, diversivi, forme di svago e zone in cui poter riprodursi e prendersi cura della prole; in poche parole una gabbia a misura di cavia.

All’interno del parco così costituito, il dispensatore di morfina veniva utilizzato pochissime volte: i topi che sceglievano di consumare l’acqua con morfina erano una minoranza tanto da mostrare che nonostante i quasi 2 mesi di esposizione alla droga non avevano manifestato i sintomi di una dipendenza. Questo esperimento dimostra quindi che la dipendenza nelle cavie da laboratorio si sviluppava sì per una sostanza tossica ma era altresì favorita dalle condizioni di vita estremamente stressanti in cui veniva tenuta la cavia stessa.

L’attenzione al contesto quindi diventa fondamentale per l’approccio della riduzione del danno, che si declina in diversi tipi di interventi.


uso di sostanze
Uso di sostanze

Il progetto attuato dal Tune Fun è un servizio definito di outreach, ovvero un servizio che opera e raggiunge il target nel suo “ambiente naturale” dove i comportamenti vengono attuati, per ridurre i danni e limitare i rischi nei contesti del divertimento notturno, quali grandi eventi musicali ed eventi di varia natura della provincia di Pordenone.

Offriamo materiale informativo su sostanze psicoattive legali e illegali e supporto di counseling per i consumatori per quanto riguarda la gestione dell’uso di sostanze; offriamo materiale gratuito come preservativi o kit di safer sniffing e diamo informazione sulle infezioni sessualmente trasmissibili. Effettuiamo interventi di primo soccorso nei casi di bad trip o di sovradosaggio di sostanze.


Puoi trovarci anche sui social:

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Ben-Essere Live

Rivedi la puntata di Ben-Essere Live

📌156. Ben-Essere Live: L’importanza del contesto sociale

📌152. Ben-Essere Live: Uno sguardo al consumo di droghe


Bibliografia:

Dal cioccolato alla morfina. Tutto quello che dovete sapere sulle sostanze che alterano la mente - di Andrew Weil Winifred Rosen edito da Arcana, 2007.

Droga, set e setting – Le basi del consumo controllato di sostanze psicoattive di Norman E. Zinberg edizione Gruppo Abele.


Alice Susenna

Alice Susenna

Responsabile Area Abitare della Cooperativa Sociale Nuovi Vicini, Educatrice professionale e Counselor.

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