Il Rapport nella PNL
- puntogestaltpegasus
- 3 apr
- Tempo di lettura: 7 min
di Micol Vignotto

Abstract
Il rapport nella PNL è la capacità di creare sintonia e fiducia nelle relazioni, utilizzando ascolto attento, calibrazione e ricalco. Attraverso una comunicazione empatica e autentica il rapport favorisce comunicazioni fluide e relazioni arricchenti, migliorando comprensione e connessione tra le persone.
Connessione profonda nella comunicazione
Comunicare è molto più che scambiare parole. Ogni conversazione, ogni sguardo, ogni gesto può diventare una porta verso una connessione più profonda, un legame che supera le barriere superficiali e ci permette di entrare nel mondo dell’altro. Nella Programmazione Neuro Linguistica (PNL), questa capacità di entrare in sintonia con un’altra persona prende il nome di rapport.
Ma cos’è davvero il rapport? È quel momento in cui due persone si sentono sulla stessa lunghezza d’onda, in cui la comunicazione fluisce senza sforzo e si percepisce un senso di fiducia reciproca. È ciò che rende possibile la comprensione empatica, la connessione emotiva e persino la cooperazione nelle relazioni professionali o personali.
Per capire l’importanza del rapport, immaginate la differenza tra una conversazione con un caro amico e un breve scambio con un conoscente. Con un amico, le parole scorrono libere, i silenzi non sono imbarazzanti e le emozioni possono emergere senza filtri. Con un conoscente, invece, spesso ci troviamo a camminare su un terreno incerto, scegliendo con cura le parole e mantenendo una distanza emotiva. La PNL si propone di colmare questo divario, offrendo strumenti pratici per creare un rapport autentico anche con chi non conosciamo bene.
Il linguaggio: molto più di parole
Un elemento centrale del rapport è il linguaggio. Quando si considera la comunicazione, è facile focalizzarci solo sul contenuto verbale, su ciò che viene detto. Ma il linguaggio è molto più di parole: è un intreccio complesso di suoni, ritmi e tonalità, capace di veicolare significati razionali ed emozioni profonde.
Nel nostro cervello, due aree fondamentali orchestrano questo processo: l'area di Broca, situata nel lobo frontale sinistro, e l'area di Wernicke, nel lobo temporale dello stesso emisfero. L'area di Broca gestisce la produzione del linguaggio, mentre l'area di Wernicke è responsabile della comprensione. Queste aree lavorano in sinergia, collegate da fasci di neuroni che si attivano continuamente durante il dialogo.
Ma la magia della comunicazione non si ferma qui. L'emisfero destro del cervello gioca un ruolo altrettanto importante, poiché è responsabile dell'elaborazione degli aspetti emotivi del linguaggio, come l'intonazione, il ritmo e il tono. Pensiamo a una frase semplice come “Marco gioca a calcio”. Pronunciato con tono affermativo, trasmette un'informazione neutra; con intonazione interrogativa, diventa una domanda; con enfasi sull'ultima parola, comunica sorpresa. Questi cambiamenti dimostrano come il linguaggio possa essere trasformato in una “musica” che modula significati ed emozioni.
Il rapport sfrutta proprio questa sinfonia di elementi per creare connessioni. È attraverso il tono, il ritmo e l'intonazione che possiamo adattarci all'interlocutore, mostrando empatia e comprensione. Questo processo, che potrebbe sembrare intuitivo, può essere potenziato grazie alle tecniche della PNL.
Il potere della fiducia
La fiducia è il pilastro su cui si costruisce ogni relazione significativa. Quando ci fidiamo di qualcuno, abbassiamo le difese e ci sentiamo liberi di essere noi stessi. Con un amico, questa fiducia si costruisce nel tempo, attraverso esperienze condivise, conversazioni profonde e gesti di supporto reciproco. Ma come possiamo creare lo stesso clima con un conoscente?
La PNL suggerisce come risposta l’osservazione e l’ascolto attivo. Quando parliamo con qualcuno, non comunichiamo solo con le parole, ma anche con il nostro corpo, il tono di voce e il ritmo del discorso. Per creare fiducia, dobbiamo mostrare all’altro che lo stiamo ascoltando davvero. Questo significa prestare attenzione non solo a ciò che dice, ma anche a come lo dice: notare dettagli preziosi come la postura, le espressioni facciali, il ritmo del respiro ci permette di comprendere meglio il suo stato d’animo e di adattarci a esso.
La calibrazione: un’arte di ascolto profondo
Il primo passo per costruire il rapport è la calibrazione, ovvero l’osservazione attenta dell’interlocutore. Questa fase richiede di dedicare la nostra piena attenzione alla persona con cui stiamo interagendo, cercando di cogliere i suoi segnali verbali e non verbali.
Immagina di essere a un colloquio di lavoro. Il selezionatore parla con un tono calmo e mantiene una postura rilassata. Questi dettagli non sono casuali: riflettono il suo stato d’animo e il suo approccio alla situazione. Osservandoli, possiamo intuire come adattarci per creare sintonia. Se rispondiamo con un tono simile e assumiamo una postura altrettanto rilassata, iniziamo a costruire un ponte invisibile tra noi e lui. Questo processo non è manipolazione, ma un modo per dimostrare rispetto e attenzione.
Studi neuroscientifici confermano l’efficacia di queste tecniche. Quando osserviamo qualcuno attentamente e rispecchiamo i suoi gesti, si attivano i neuroni specchio, un sistema nel nostro cervello che ci aiuta a comprendere le intenzioni e le emozioni degli altri. È come se il nostro cervello dicesse: “Sono qui con te, ti capisco.” Questo crea un senso di connessione profonda che rafforza il rapport.
La calibrazione non è solo una tecnica, ma una forma di rispetto. Osservare attentamente il nostro interlocutore significa riconoscere il suo modo unico di esprimersi e adattarci ad esso. È come accordare uno strumento musicale: solo quando siamo sintonizzati possiamo creare armonia.
Il ricalco: sintonizzarsi con l’altro
Dopo aver osservato e calibrato, arriva il momento del ricalco, la fase in cui adattiamo il nostro comportamento a quello dell’altro. Questo non significa imitare in modo evidente, ma piuttosto armonizzarsi in modo naturale con il suo stile comunicativo. È un po’ come danzare: il segreto sta nel trovare un ritmo comune. E’ fondamentale per dimostrare empatia e creare un senso di familiarità.
Il ricalco può essere verbale, ad esempio usando un linguaggio simile a quello dell'interlocutore, o non verbale, come rispecchiare la sua postura, i gesti o il tono di voce. Pensiamo a una coppia seduta a un ristorante: uno prende il bicchiere e beve, e l’altro fa lo stesso senza nemmeno rendersene conto. Questo tipo di rispecchiamento avviene spesso in modo spontaneo quando c’è sintonia, ma può essere utilizzato in modo consapevole per rafforzare il rapport.
Un esempio pratico? Tornando al colloquio di lavoro, se il selezionatore usa un linguaggio formale e gesticola poco, possiamo fare lo stesso. Se invece notiamo che preferisce un approccio più informale, possiamo adeguarci, sempre mantenendo la nostra autenticità e creando un clima di familiarità che facilita la comunicazione.

Il ricalco può andare oltre il comportamento esteriore. La PNL ci insegna che possiamo entrare in sintonia anche con i valori e l’identità dell’altro. Ascoltare attentamente le sue parole ci permette di capire cosa è davvero importante per lui. Se un collega parla spesso di “innovazione,” potremmo usare termini come “creatività” o “progresso” per rispecchiare i suoi valori e creare un senso di connessione. Questo dimostra rispetto e crea un legame più profondo.
Guida: influenzare con empatia
Una volta stabilito il rapport, possiamo iniziare a guidare la conversazione verso un obiettivo comune. Questo non significa controllare l’altro, ma proporre un cambiamento nella comunicazione per vedere se l’altro lo segue. Se lo fa, è segno che il rapport è solido.
Immaginiamo di voler rendere una conversazione più dinamica. Dopo aver calibrato e ricalcato, possiamo introdurre un tono di voce più energico per trasmettere entusiasmo. Se l'interlocutore risponde con lo stesso entusiasmo, significa che siamo riusciti a creare una connessione forte. Questa capacità di influenzare positivamente l'altro è uno dei grandi vantaggi del rapport.
Le basi neuroscientifiche del rapport
Oltre alla pratica, il rapport ha solide basi scientifiche. Quando osserviamo attentamente qualcuno, la corteccia prefrontale dorsolaterale si attiva, aiutandoci a mantenere l’attenzione e a regolare le nostre risposte automatiche. Questo è il primo passo per entrare in sintonia.
Successivamente, il sistema limbico, in particolare l’amigdala e l’insula anteriore, ci permette di percepire e rispondere alle emozioni dell’altro. Questa è la base dell'empatia, ovvero rispecchiare il tono emotivo dell’altro, come sorridere a un sorriso o condividere una risata, rafforziamo questo legame emotivo.
Infine, i neuroni specchio e la corteccia parietale ci consentono di sincronizzarci in modo naturale. Quando siamo in pieno rapport, la comunicazione diventa fluida, quasi come se le due menti lavorassero all’unisono. Questo fenomeno è supportato da studi che mostrano una sincronizzazione neurale tra persone in rapport, rilevata tramite elettroencefalogrammi e risonanze magnetiche.

Applicazioni del Rapport
Il rapport è una competenza preziosa in molti contesti. Nella terapia, permette di creare un clima di fiducia che favorisce il cambiamento. Nel coaching, aiuta il coach a comprendere profondamente il cliente e a guidarlo verso i suoi obiettivi. In ambito professionale, migliora la collaborazione e la negoziazione, mentre nelle relazioni personali rende la comunicazione più autentica e soddisfacente.
Pensiamo a un manager che vuole motivare il suo team. Se riesce a calibrare il tono dei membri del team, rispecchiarne i valori e guidarli verso un obiettivo condiviso, otterrà non solo risultati migliori, ma anche un ambiente di lavoro più armonioso. Allo stesso modo, un insegnante che entra in rapport con i suoi studenti può creare una classe più coinvolta e motivata.
Conclusione: un ponte per connettersi
Il rapport non è solo una tecnica, ma un’arte che combina ascolto, empatia e autenticità. È la capacità di creare un ponte tra due persone, permettendo loro di comunicare in modo più profondo e significativo. Attraverso la calibrazione, il ricalco e la guida, possiamo trasformare le nostre interazioni quotidiane, migliorando la qualità delle relazioni e creando un clima di fiducia e comprensione.
Nella società di oggi, dove la connessione autentica è spesso messa in secondo piano, il rapport ci ricorda il potere della comunicazione empatica. Non si tratta solo di essere ascoltati o compresi, ma di costruire relazioni che arricchiscano entrambe le parti, rendendo ogni interazione un’opportunità per crescere, collaborare e creare legami autentici.
Bibliografia
Immagine il ricalco: https://pin.it/6nCskJqjv
Basi neuroscientifiche: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10161172472357195&id=67963432194&set=a.89401352194

Micol Vignotto
Coach Cognitivo-Emotivo, Linguista con laurea in Lingue e Letterature Straniere e in Scienze del Linguaggio, dottoranda in Scienze Cognitive con specializzazione in Neuropsicolinguistica, Istruttore di Karate- Shotokan, III Dan.
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