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Come dirsi tutto attraverso la musica

Aggiornamento: 6 mag

“La musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare.” Ezio Bosso

di Francesca Berton

persona che suona le corde del cuore e del cervello

Abstract

La musicoterapia si occupa della costruzione intenzionale di relazioni comunicative a fini terapeutici, attraverso l’impiego dei seguenti elementi:


  • Relazione: per lo sviluppo di questa ci si può avvalere certamente di attività musicali, ma anche di altre pratiche espressive;

  • Musica: l’obiettivo sarà quello di realizzare attraverso di essa una comunicazione non verbale;

  • Sostenibilità e attenzione alle risorse logistiche, strutturali, e alla costruzione di percorsi di cura in un’ottica di ecologia acustica e musicale;

  • Inclusione attraverso la creazione di appartenenza e accoglienza, in un’ottica di abbattimento di eventuali discriminazioni e di riconoscimento delle peculiarità delle persone, integrazione e potenziamento di linguaggi e talenti;

  • Coinvolgimento delle persone, enti o comunità presenti direttamente o indirettamente


Competenze Chiave:

1 – Progettare, pianificare, proporre un percorso musicoterapico riferendosi a degli obiettivi che siano specifici, misurabili, raggiungibili, realisti e tempificati in base all’utenza autonomamente e in equipe;

2 – Sviluppare una relazione terapeutica autentica e di rispetto, costruire un rapporto attraverso la fiducia stabilendo ruoli, confini e aspettative condivise, riconoscendo e gestendo inoltre gli aspetti che riguardano il proprio approccio professionale legati ai propri sentimenti che possono intervenire nel processo terapeutico;

3 – Costruire progetti di benessere e promozione della salute in un’ottica collaborativa e di cooperazione. La musica diventa relazione, incontro. Le tecniche musicali incontrano una nuova realtà nella creazione di uno scambio relazionale e di una reciprocità dove viene riconosciuta la musicalità dell’altro e il suo esprimersi attraverso il musicale;

4 – Elaborazione di procedure, analisi e validazione della pratica musicoterapica (percorsi strategie, metodi, tecniche e strumenti) con riferimento alle teorie e modelli italiani e internazionali;


ESPERIENZA DI MUSICOTERAPIA CON DIABILITA’ GRAVE INFANTILE


“Questo è il nostro compito nei confronti del bambino:

gettare un raggio di luce e proseguire il nostro cammino.”

 (Maria Montessori)


Pietro, per gli amici P., è un bambino tetraplegico non verbale. Ho conosciuto Pietro e la sua mamma Anna nell’ottobre del 2022 ad una festa di compleanno di una cara amica in comune e vedendo l’affiatamento creatosi tra me e Pietro, con Anna abbiamo ipotizzato di fargli fare qualche sessione di musicoterapia nel periodo estivo.

Durante gli incontri con Pietro ho utilizzato anche le mie competenze relazionali e comunicative apprese frequentando i corsi di Counseling e Coaching cognitivo emotivo.


OBIETTIVI

E’ importante valutare se sono colti maggiormente stimoli visivi o uditivi da parte del bambino e in assenza di compromissioni sensoriali severe, cominciare a lavorare con attività che interessano diversi canali sensoriali partendo da quello che il bambino privilegia.

Spesso, con utenti con gravi disabilità motorie, può essere difficile compiere una valutazione preliminare; in questi casi la valutazione delle abilità viene eseguita sul campo, cioè nel momento in cui vengono effettuate proposte di lavoro. La semplice attivazione di un sensore che produce un risultato interessante può essere d’aiuto agli operatori per capire quali sono gli stimoli che maggiormente catturano l’attenzione del bambino (o che sono percepiti meglio di altri); allo stesso tempo il bambino può sperimentare la possibilità di produrre dei cambiamenti nell’ambiente.

Il nostro obiettivo principale era passare delle ore divertendoci con la musica, tenendo conto delle potenzialità, dei bisogni, delle caratteristiche fisiche e delle risorse di Pietro incentrando quindi i nostri incontri su questi aspetti:

- Gestire le emozioni e saperle riconoscere

- Stimolazione delle abilità motorie degli arti superiori

- Sviluppare la creatività costruendo strumenti musicali


Gestire le emozioni e saperle riconoscere


“Le Emozioni possono essere classificate lungo due assi: la valenza e l’intensità. La valenza ha a che fare con la natura di un’emozione, con quanto male o bene essa ci fa sentire in uno spettro che va dall’evitamento all’avvicinamento. L’intensità si riferisce alla forza dell’emozione, al grado di eccitazione che essa evoca. Possiamo mappare la maggior parte delle emozioni su questi due assi. Una simile mappa non cattura l’intera essenza di una particolare emozione ma la presenta in modo utile quando si confrontano. Le espressioni facciali con i sistemi cerebrali che le producono.

Sono molte le strutture cerebrali coinvolte nell’emozione ma quattro di esse sono particolarmente importanti: l’ipotalamo , che è l’esecutore dell’emozione; l’amigdala, che orchestra l’emozione; lo striato, che entra in gioco quando si formano le abitudini e la corteccia prefrontale che valuta se una particolare risposta emotiva è appropriata alla situazione in esame” (La mente alterata, 2018)


parti del cervello

Ho proposto a Pietro di leggere il libro pop-up “I colori delle emozioni” di Alla Llenas  e stimolando la sua fantasia attraverso delle vocalizzazioni, ho fatto emergere in lui emozioni simultate come rabbia e paura così intense, a tal punto che si è sentito libero di esprimersi arrivando persino ad urlare.

Per arrivare ad ottenere queste verbalizzazioni mi sono messa frontalmente stimolandolo ad alzare la voce il più possibile mentre la sua postura era diritta.


Stimolazione delle abilità motorie degli arti superiori


Pietro riesce ad afferrare gli oggetti soprattutto con la mano destra (la mano dominante), mentre la sinistra è spesso chiusa a pugno. Per questo tipo di attività e provare a fargli utilizzare la mano sinistra ho utilizzando i seguenti strumenti: la tastiera, la chitarra e il tamburello.

Ho scelto degli shaker a forma tubolare in plastica in quanto più agevoli da maneggiare essendo più leggeri e più semplici per lui da afferrare rispetto alle maracas in legno con le quali rischiava di farsi male nel movimento rotatorio sconnesso del braccio, abbiamo inoltre stimolato entrambe le braccia utilizzando i Boomwhackers.

Sviluppare la creatività costruendo uno strumento musicale


Ho voluto sperimentare con Pietro questa pratica manuale perché ritengo che le attività manuali siano importanti per accrescere la sua autostima; inoltre le stesse attività stimolano la sensibilizzazione sulle tematiche del riuso e del riciclaggio dei materiali, riutilizzando oggetti e materiali destinati ad essere scartati e buttati via (rotolini di carta di varie misure).

Pietro è stato coinvolto in tutte le fasi della costruzione, dal mettere il materiale dentro il rotolino di carta alla decorazione finale e abbiamo decorato le nostre maracas con dello scotch colorato scelto da lui, stimolando oltre alla musica quindi, la parte artistica e la creatività.

Per questa attività ho fatto utilizzare a Pietro entrambe le mani e gli strumenti che abbiamo costruito sono:

  • un bastone della pioggia utilizzando un rotolo di carta con delle dimensioni specifiche in modo tale che possa giocare afferrandolo con facilità con all’interno dei ceci e del riso;

  • un paio di maracas con all’interno del riso, per la costruzione delle quali Pietro reggeva il rotolino di carta e io inserivo il materiale all’interno (un collaboratore molto severo, dal momento che se mi cadeva del riso mi sgridava)


SETTING

Il setting è l’insieme delle regole di riferimento del percorso di musicoterapia incluso uno spazio ben strutturato, con caratteristiche precise ed elementi definiti, all’interno del quale avviene la seduta e nel quale il paziente dovrebbe sentirsi contenuto. In musicoterapia può essere inteso come la sovrapposizione armonica di uno spazio fisico, di uno spazio psicologico e di uno spazio acustico. (P. Luigi Postacchini, 2014)

Gli incontri si svolgevano a casa di Pietro nel salotto, essendo la stanza più spaziosa dove muoversi agevolmente con la carrozzina, c’era molta luce naturale che entrava da una grande finestra. Gli strumenti li appoggiavo su un tavolo.

Per comunicarmi cose importanti o necessità fisiche Pietro utilizzava la tavola Etran.


METODI

Ho deciso di usare principalmente l’improvvisazione lasciandosi andare nel qui ed ora utilizzando lo strumentario Orff e cercando costantemente un dialogo sonoro.

L’obiettivo era trovare un punto di contatto creando una base sicura e quindi dare la possibilità di sperimentare e raggiungere gli stati emotivi più profondi  instaurando una relazione di fiducia.

Essendo Pietro non verbale il nostro mezzo di relazione era il suono, l’ascolto reciproco, la fluidità.

Durante la sintonizzazione cognitivo emotiva ho cercato di tenere a mente le tre condizioni fondamentali della psicologia umanistica dello psicologo Carl Rogers:

  • La congruenza

  • L’accettazione incondizionata

  • La comprensione empatica

Fondamentale è stato l’atteggiamento di Pietro di aperta collaborazione, che si è manifestata nel voler sperimentare ogni tipo di strumento che gli proponevo.

Quando abbiamo costruito le maracas a fine incontro mi ha indicato nella sua tavola Etran le parole : MI SONO DIVERTITO.


Conclusione

Questa esperienza mi ha permesso di approfondire come la musicoterapia possa essere di rinforzo in un caso specifico dove ho messo in primo piano il rapporto tra le persone tramite comunicazione e relazione.

Un suono, una musica, un gesto, uno sguardo sono elementi della comunicazione non verbale essenziali per instaurare una relazione tra pari e tra utente e terapeuta.

La maggior parte degli obiettivi si sono focalizzati sul miglioramento degli aspetti e delle capacità cognitive, come la socializzazione, l’attenzione, l’imitazione e la concentrazione.

Gli incontri con Pietro sono stati un’esperienza formativa che mi ha fatto crescere soprattutto come persona e come futura musicoterapeuta.

Inizialmente temevo l’aspetto del non verbale perché era la mia prima esperienza, preoccupazione inutile inquanto Pietro con i suoi sorrisi mi ha fatto capire da subito che andava tutto bene, e con la mia emotività ed empatia ci siamo sintonizzati.

Concludo ringraziando profondamente tutti i bambini speciali che ho incontrato finora perché hanno contribuito a rendermi una persona migliore. 


BIBILIOGRAFIA

Pier Luigi Postacchini, Andrea Ricciotti, Massimo Borghesi ,Musicoterapia, Carocci Faber

E. R. Kandel, La mente alterata , Raffaello Cortina Editore


Rivedi la puntata di Ben-Essere Live

📌129. Ben-Essere Live: Il dialogo sonoro. Come dirsi tutto attraverso la musica.


Francesca Berton

Francesca Berton

Diploma in Abilità di Counseling in ambito organizzativo e diploma di Coaching ad indirizzo Cognitivo-Emotivo presso la Scuola PGP Academy di Punto Gestalt Pegasus di Sacile PN.

Collabora con le Associazioni musicali occupandosi di canto ed educazione musicale. In formazione presso la scuola di Musicoterapia G. Ferrari di Padova. Tiene incontri privati di Musicoterapia per utenti infantili con disabilità grave.

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